Flessibilità nel mercato del lavoro

L'OCSE ha definito la flessibilità del lavoro come la possibilità di modificare le policy sul lavoro in modo da adattarle meglio ai contesti locali, rapportandole alla capacità da parte dell'impresa di aumentare e ridurre il numero di lavoratori al suo interno. La flessibilità è più elevata quando sono minori i costi di assunzione e licenziamento e ad una maggior flessibilità consegue un aumentano dei flussi in entrata e in uscita dallo status di disoccupazione, riducendo i tempi di permanenza in tale condizione. Per le imprese è auspicabile una maggior flessibilità della forza lavoro per poter rispondere meglio alle esigenze di contenimento dei costi e di recupero di efficienza. Tuttavia, troppa flessibilità ha delle ripercussioni sia dal punto di vista macroeconomico (minor propensione al consumo indotta dalla consapevolezza della temporaneità del rapporto di lavoro e quindi dall'incertezza del reddito percepito) che da un punto di vista aziendale (una limitata stabilit